Affrontare il restauro di un piatto di grandi dimensioni non è mai facile. Le complicazioni vanno dallo stoccaggio, dal tavolo di lavoro, dai materiali e loro tenuta, e anche, semplicemente, dalla movimentazione. Vista la complessità del piatto, e il peso, ho optato per un incollaggio moderno con resina epossidica. Credo che sia dovere del restauratore non fossilizzarsi su una tecnica ma decidere, volta per volta, quella più consona: moderno e antico possono fondersi bene e venirsi reciprocamente in aiuto.
Grande piatto S. Stefano di Camastra, firmato “Messina” – misure: diametro 58cm – h: 5cm
L’uso della resina epossidica mi ha permesso di controllare meglio la tenuta: per tutte le altre fasi ho dovuto costruire un muro apposta di grandi dimensioni, non perfetto in quanto a stabilità di temperatura e umidità e questo avrebbe potuto compromettere la colla (MUGI Urushi)
Il resto delle fasi di lavorazione, durate in tutto 9 settimane, sono state realizzate con tecnica tradizionale: – stuccatura tonoko e lacca urushi -polimerizzazione nel muro di 5 giorni – carteggiatura, stuccatura tonoko e lacca urushi – polimerizzazione nel muro di 5 giorni – a ripetere fino a ottenere il risultato desiderato. – impermeabilizzazione con kuro urushi – lacca nera- polimerizzazione di 5 giorni – carteggiatura lieve, seconda mano di kuro urushi – polimerizzazione di 5 giorni – stesura bengara urushi – polimerizzazione di 60 minuti nel muro – doratura con polvere d’oro puro
Come detto, ho dovuto creare un muro dedicato, visto le grandi dimensioni del piatto – 58 cm di diametro. Ho utilizzato il box per fotografia sistemato vicino a un calorifero, con un panno umido e ho tenuto sotto controllo umidità e temperatura con igrometro e termometro. Sicuramente le condizioni non erano del tutto stabili, ma per queste fasi di restauro è possibile farlo.
Restauro Kintsugi con tecnica tradizionale – corso base
Durata del corso: 12 ore (da svolgersi in due giorni consecutivi)
Numero massimo allievi: 6
Questo corso offre agli allievi la conoscenza base sulla storia e l’evoluzione del restauro Kintsugi. Si compone di una parte teorica, in cui verranno ripercorse le tappe che hanno portato alla nascita della tecnica, si apprenderanno le informazioni di base sull’arte ceramica giapponese, sulla cerimonia del té (strettamente legata al Kintsugi). La parte pratica verterà su rottura, uso della lacca urushi, restauro e uso della polvere d’oro imitazione.
Questo corso prevede che alcune fasi della lavorazione vengano eseguite su oggetti già in fase di restauro, dati i lunghi tempi di polimerizzazione della lacca urushi.
Restauro Kintsugi con tecnica tradizionale – corso completo
Durata del corso: 16 ore (da svolgersi in 4 settimane)
Numero massimo allievi: 6
Questo corso offre agli allievi uno sguardo approfondito sulla storia e l’evoluzione del restauro Kintsugi. Si compone di una parte teorica, in cui verranno ripercorse le tappe che hanno portato alla nascita della tecnica, si apprenderanno le informazioni di base sull’arte ceramica giapponese, sulla cerimonia del té (strettamente legata al Kintsugi). La parte pratica verterà su rottura, uso della lacca urushi, restauro e uso della polvere d’oro imitazione.
La durata di questo corso è determinata dai tempi di polimerizzazione della lacca urushi. Gli allievi lavoreranno su un unico oggetto dall’inizio alla fine del corso.
– 5 ore, corso di tecnica Kintsugi tradizionale, lezione teorica e pratica, senza kit(clicca per leggere il programma) Corso base per apprendere la tecnica tradizionale giapponese, con l’uso dei materiali della tradizione. In questa versione l’allievo recupera i materiali per conto proprio. Il corso si sviluppa su 4 settimane per i tempi lenti della lacca urushi.
Durata del corso: 4 ore (da svolgersi consecutive)
Numero massimo allievi: 10
Questo corso offre agli allievi la conoscenza base sulla storia e l’evoluzione del restauro Kintsugi. Si compone di una parte teorica, in cui verranno ripercorse le tappe che hanno portato alla nascita della tecnica, si apprenderanno le informazioni di base sull’arte ceramica giapponese, sulla cerimonia del té (strettamente legata al Kintsugi). La parte pratica verterà su rottura, uso di resina epossidica, restauro e uso della polvere d’oro imitazione.
Doroppu, una forma a goccia con i colori del Giappone, un’opera di design che è anche un premio, nasce dalle menti creative dell’agenzia The Partnership di Roma per un ambizioso progetto Toyota per le olimpiadi 2020 di Tokyo: The Unbreakable.
Doroppu è una ceramica che si infrange a terra e cadendo si rompe in mille pezzi. Sono gli atleti del Toyota Team a farla cadere, e nel cadere raccontano le loro difficoltà, la strada in salita, quel momento dove hanno pensato di non farcela. Le mie mani sono la ricomposizione, le mie mani raccolgono, mettono insieme, lentamente, con il tempo della lacca urushi e l’oro del Kintsugi, i Doroppu; così le vite dei campioni tornano a splendere, nuovi nella dorata fragilità. Unici, come si è dopo aver cambiato strada e aver ritrovato il proprio centro.
L’arte Kintsugi tradizionale Kintsugiè una tecnica antica giapponese, risale alla fine del 1400. Utilizza materiali della tradizione, lacca urushi, farina, tonoko e polvere d’oro, o polvere d’argento (Gintsugi) Così com’era, così si usa ora, rispettando tempi e pazienza, con utensili e materiali che negli anni sono rimasti invariati. E questo non per mancanza di progresso ma per rispetto, rigoroso e sacro, della tradizione.
Le fasi di lavorazione partono dall’incollaggio dei cocci, con lacca urushi e farina di riso, Nori urushi, con un tempo di attesa di 5-6 giorni nel muro, un ambiente a 25° e a 80% di umidità, che permette alla lacca di polimerizzare. Dopo una settimana si passa alla stuccatura delle linee di rottura, con Ki urushi e tonoko. Al contatto con l’aria, la pasta ottenuta assume un colore scuro, che resterà tale anche dopo la polimerizzazione nel muro, 5-6 giorni, 25° e 80% di umidità.
Stuccatura con lacca urushi e tonoko
Le stuccature possono essere numerose, così come la carteggiatura ogni volta più precisa e raffinata, e ogni volta che passo a una nuova stuccatura devo mettere in conto i giorni della polimerizzazione. Al termine di questo procedimento, che ha svariati gradi di personale perfezione, sulle linee di rottura ben definite, passo con il pennello la lacca nera, kuro urushi, che serve a impermeabilizzarle e a renderle ancora più precise.
Ora si comincia a vedere delineato il disegno che la rottura ha creato, il fluire delle fratture che raccontano un oggetto nuovo. È questo il tempo per prepararsi all’oro, con una superficie liscia, uniforme e resistente all’acqua. Con un pennello di setola animale si ricoprono le linee di rottura con bengara urushi, lacca urushi rossa, e si attende un tempo non definito, ma legato alla sensibilità dell’artista, prima di deporre la polvere d’oro. È un tempo importante, forse il più importante di tutta la lavorazione. Un tempo che arriva con la pratica e l’uso, che non si può spiegare se non con tentativi e fallimenti. Arriva il giorno in cui l’occhio intuisce quando il rosso vira di colore ed è pronto per l’oro.
Non bisogna dimenticare che anche in questa parte di lavoro occorre riporre l’opera nel muro, che sempre determina i tempi con la temperatura e l’umidità corrette. Senza, il lavoro sarebbe perso.
E all’ultimo l’oro. Oro in polvere che lentamente si deposita sullla lacca e alla lacca aderisce penetrandone in profondità. Più polvere si aggiunge, maggiore sarà la lucentezza che verrà esaltata dal wata, cotone di seta, da strofinare con delicata decisione. Le nuove forme sono delineate, l’oro è il segno del tempo passato, di ciò che si è rotto per essere riparato, la forza del non cedere, il coraggio del presente. Il Kintsugi è compiuto.
Lavorare a The Unbreakable è stata una grande esperienza e lavorativa e umana. Oltre al restauro Kintsugi delle opere Doroppu, ho impersonato me stessa nelle scene video. Ho avuto modo di vedere da vicino gli atleti per i quali ho creato le opere, ascoltare le loro storie, le rotture e le rinascite.
Il Doroppu ora porta con sè la storia della sua rottura, la storia del campione che ha voluto raccontarla.
Ivan Federico: “Se non cadi, non hai evoluzione” Immagino per lui che è campione di skateboard, linee morbide con diverse filature. Immagino la linea che lascia lo sci nella neve. Immagino un centro, una radice da cui diparte un reticolo. La rottura è una crescita.
Andrea Pusateri: “Ho imparato che per ogni cosa bella ne accade una brutta. E di nuovo una bella” Immagino per lui un pezzo mancante dorato che rappresenti la sua mamma la cui perdita è forza. Senza quel pezzo dorato non si tengono uniti i cocci. Metto la parte mancante dalla parte del cuore
Simona Quadarella. Tante piccole rotture, filamenti molto fini, un reticolo. Racconta la sua forza fragile, determinata ma attaccata dalle difficoltà. Una parte grande davanti, per lei le rotture sono quasi invisibili.
Gabriele Detti Linee orizzantali, come onde del mare. Sinuose, alcune grandi e altre piccole. Immagino un braccio, un muscolo grande e uno piccolo. Come una vena
Vanessa Ferrari Immagino diverse rotture, alcune più grandi, altre meno, come continui blackout. Tagli netti, quasi scontrosi, e poi linee fluide. Un alternarsi di rotture e linee.
Ivan Zaytsev Immagino una rottura quasi nascosta, non fisica, nel cuore, un diramarsi di vene da un centro caduto.
Questo piatto mi ha affascinato da subito, ho intuito la rottura, il calore dell’oro che un po’ si nasconde e un po’ emerge, nella sua lucente bellezza.
Una rottura netta e piccole rotture, non volevo che fosse troppo. Il restauro è un restauro tradizionale giapponese, con utilizzo di lacca urushi e polvere d’oro puro.
dettaglio
Il retro assorbe il fascino misterioso dell’estetica wabi Sabi.
La lacca urushi
è una lacca giapponese di altissima qualità; è estratta dalla pianta autoctona Rhus
verniciflua fin da tempi antichissimi.
In Cina si sono
ritrovati oggetti laccati risalenti al 4000 a. C., mentre in Giappone fino a
5500 anni fa, nel periodo Jomon.
La Rhus
verniciflua è una pianta decidua che raggiunge fino ai 10 metri di altezza.
La linfa grezza è raccolta da piccoli tagli sul tronco da maggio a novembre; in
seguito è filtrata dalle impurità e lasciata decantare in modo che l’acqua
contenuta evapori completamente.
Questo
procedimento di stagionatura, nayashi, serve a determinare la qualità
della lacca urushi, la lucentezza, la viscosità e la trasparenza.
La linfa grezza è chiamata ki-urushi; la lacca ottenuta con la stagionatura, molto chiara, suki-urushi. La lacca con ossido di ferro rosso si chiama bengara urushi, mentre la lacca nera si chiama kuro-urushi.
Partecipazione Il costo d’iscrizione per ogni lezione è di € 10. Il costo d’iscrizione per tutte e tre le lezioni è di € 20. Per iscriversi occorre inviare una email all’indirizzo info@chiaraarte.it
Il numero massimo di partecipanti a ogni lezione è di 10 persone.
Kintsugi (kin – oro, tsugi – riparare) è una
tecnica artistica di restauro giapponese per ceramiche che risale alla fine del
1400. Le rotture delle ceramiche sono incollate usando la lacca urushi, una
lacca estratta dalla pianta Rhus Verniciflua, presente in Giappone.
La lacca è estratta dalla pianta nel periodo
tra maggio e novembre, mediante piccoli tagli sulla corteccia: da una pianta si
estraggono mediamente 200 grammi di resina.
La lacca urushi è mescolata con farina di
riso o farina di grano; questa sostanza ha forti qualità adesive ma necessita
di una settimana per raggiungere una buona tenuta. Una settimana in un ambiente
caldo umido, detto muro.
Dopo la prima fase di incollaggio, le crepe
sono stuccate con lacca urushi e polvere tonoko; di nuovo la ceramica deve
essere tenuta nel muro per una settimana circa. Questa fase di
stuccatura può essere ripetuta quante volte necessita fino a raggiungere un
buon grado di perfezione. E sempre, ogni volta, occorrerà rimettere la ceramica
nel muro.
Terminata la stuccatura e carteggiatura,
sulle linee di rottura si applica a pennello la lacca urushi; tale lacca rossa
viene usata per aumentare il tono caldo dell’oro che in seguito sarà
sovrapposto.
Sulla lacca rossa, lasciata asciugare per mezz’ora circa, si deposita la polvere d’oro.
Tale polvere può essere oro puro 24kt, di
varia grammatura o polvere d’argento (Gintsugi: gin – argento, tsugi –
riparare)
Nella fase successiva la polvere d’oro è lucidata con cotone di seta, wata o con il dente d’orata, simile alla pietra d’agata per i doratori. La ceramica è messa nuovamente nel muro e lasciata per una settimana in modo che la lacca possa ancora polimerizzare e rendersi stabile. La ceramica così restaurata è riutilizzabile per la sua funzione originaria.
Partecipazione Il costo d’iscrizione per ogni lezione è di € 10. Il costo d’iscrizione per tutte e tre le lezioni è di € 20. Per iscriversi occorre inviare una email all’indirizzo info@chiaraarte.it
Il numero massimo di partecipanti a ogni lezione è di 10 persone.
Kintsugi, letteralmente “riparare
con l’oro”, è una tecnica giapponese per restaurare oggetti in ceramica. Le
linee di rottura sono lasciate visibili, anzi evidenziate con polvere d’oro,
così da creare un nuovo oggetto, un’opera d’arte, unica e preziosa.
La tecnica Kintsugi
ha origine in Giappone nel periodo Muromachi, sotto lo shogunato di Ashikaga Yoshimasa
(1435-1490). È un’epoca fertile sotto il profilo culturale, chiamata Higashiyama
bunka: molte sono le arti che, importate spesso dalla Cina, arrivano in
Giappone e in seguito sono trasformate dalla filosofia del buddismo Zen.
Yoshimasa amava circondarsi di artisti e poeti nel suo palazzo tempio Ginkaku-ji, a Kyoto, e fu proprio lui a far nascere la cultura del cha no yu, la cerimonia del tè, in Giappone. Le tazze tenmoku, basse e tonde, realizzate da maestri ceramisti secondo l’estetica wabi sabi, impreziosivano la cerimonia, parte fondamentale del rituale. Alla tazza era data la massima importanza: il maestro del tè la riempiva lentamente, la girava più volte, poi la porgeva agli ospiti che, dopo aver bevuto il tè, ne tessevano le lodi e la bellezza. Una di queste tazze, forse la più preziosa o quella a cui era più affezionato, cadde dalle mani di Ashikaga Yoshimasa.”
Partecipazione Il costo d’iscrizione per ogni lezione è di € 10. Il costo d’iscrizione per tutte e tre le lezioni è di € 20. Per iscriversi occorre inviare una email all’indirizzo info@chiaraarte.it
Il numero massimo di partecipanti a ogni lezione è di 10 persone.
L’arte tradizionale giapponese Kintsugi è la tecnica raffinata di restauro che impreziosisce le linee di rottura delle ceramiche con polvere d’oro puro. Nasce alla fine del 1400, sotto lo shogunato di Ashigaka Yoshimasa, in un periodo culturale e artistico molto fertile, influenzato dall’estetica wabi sabi e dalla filosofia Zen “Ammirando le opere Kintsugi ho spesso provato l’emozione che dona la bellezza e la malinconia profonda della fragilità: cocci sparsi riuniti con lacca urushi, una resina naturale estratta dalla pianta Rhus Verniciflua, il tempo lungo di attesa tra le varie fasi, la cura lenta delle stuccature, la rifinitura dei dettagli. Visto il grande interesse suscitato in Italia, ho ideato un corso utilizzando una tecnica moderna, più semplice e immediata ma di grande effetto evocativo in modo da renderla godibile a più persone” dice Chiara Lorenzetti, restauratrice dal 1991 presso Chiaraarte, a Biella, studiosa, restauratrice e insegnante Kintsugi. Il corso “Kintsugi, l’arte di riparare con l’oro” è aperto a chi vuole conoscere una parte di mondo giapponese, fatto di poesia e arte, filosofia e cerimonia del tè.
Foto Stefania Maniscalco
PROGRAMMA – Storia dell’arte Kintsugi. – Higashiyama bunka: la nascita della cerimonia del tè, l’Ikebana, il sumi-e, il teatro No e la produzione ceramica. – Mushin e mono no aware, la filosofia del Kintsugi. – Rottura, il suo significato. – Studio di un oggetto in ceramica e sua rottura. – Restauro Kintsugi con resina epossidica e polvere d’oro. – Yobitsugi e maki-e, diversi approcci artistici al Kintsugi
NUMERO MASSIMO ALLIEVI: 5 Il corso verrà effettuato solo alla presenza del numero di partecipanti
Ai corsi si può accedere solo se iscritti all’Associazione Arti<>sta, quota euro 10,00 con validità da Gennaio a Dicembre. Il modulo da compilare e inviare si trova nella sessione Home- Il nostro spazio nel sito:www.arti-sta.com
QUANDO 26 Settembre Orario: 14,30-18,30 DOVE Arti<>sta Associazione Culturale no profit Vicolo Lambro, 1 Monza (MB)
Lo spazio consente 2mq. a persona Tavoli per 5 persone distanziate nel rispetto delle norme vigenti Non ci sarà coffee break Per informazioni e iscrizioni Scrivere a : infoarti.stamonza@gmail.com www.arti-sta.com