Andrea Pusateri, la bellezza di un sorriso

Quando ho accettato di recitare negli spot di Toyota per il progetto The Unbreakable, di fare la comparsa di me stessa, la restauratrice di Kintsugi in kimono che consegna agli atleti l’opera ricomposta di cocci uniti dalla polvere d’oro, non sapevo chi avrei incontrato.
Non sapevo che quegli incontri mi avrebbero cambiato la vita. Per sempre.

Andrea Pusateri e Chiara Lorenzetti

E no, non conoscevo Andrea e la sua storia. Diciamolo, la storia di Andrea è una storia difficile da raccontare. A tre anni viene salvato da sua mamma mentre rischia di finire sotto un treno; lei perde la vita e lui le gambe. Dopo un delicato intervento chirurgico, i medici riescono a salvargliene una. Con determinazione e l’aiuto dello zio impara ad andare in bicicletta e in poco diventa campione paralimpico. Nel 2015 cade dopo un incidente e rimane in come 5 giorni; ripresosi, dopo solo 3 mesi, vince la sua prima medaglia d’oro nella Coppa del Mondo di ciclismo. Dopo 8 mesi perde la nonna, la figura che ha sostituito in tutto e per tutto sua mamma.

Lo so, sembra riduttivo raccontare così una storia dolorosa e potente. Ma è così che la racconta Andrea, con una leggerezza e il sorriso sempre pronto da rendere tutto il resto vano. Non siamo preparati alle difficoltà, lo dico per me, ma credo valga per molti. Non sappiamo come porci di fronte a situazioni che non riusciamo nemmeno ad immaginare, chiusi nei nostri orticelli di quotidiana serenità. Quando arriva lo tsumani non siamo pronti e io non ero pronta ad incontrare Andrea. Avevo paura delle parole.
Ma le parole hanno trovato me, a cena, vicino ad Andrea, a scherzare su ciò che accade e non puoi farci niente, è la vita, va così, basta aver voglia di rialzarsi. Sempre.

Andrea Pusateri e Giovanni Bedeschi

Andrea ha smesso con le gare di bicicletta, forse perché stanco? No, vuole diventare un Ironman! Quelle che noi pensiamo essere mancanze, per qualcuno diventano forza.
Posso dirvi, credo si comprenda, che ammiro fortemente Andrea. Lo ammiro perché ha chiaro in mente cosa vuole e non teme la fatica. Non so se sia carattere, non so se sia un dono, non lo so, ma posso garantirvi che la sua forza è contagiosa.
“Ho imparato una cosa dalla vita, che quando ti dà una cosa molto bella poi dopo poco arriva un fatto molto brutto. Ma poi sei certo che, di nuovo, ne arriverà uno molto bello”
dice Andrea e io non riesco a dirgli di no, anzi, gli credo, perché mai come adesso, nel pieno di questa emergenza, – il fatto molto brutto- dobbiamo avere fiducia che arriverà un periodo di piena felicità.