Restauro Kintsugi, tempo di lavorazione 3 mesi.
Questo è il tempo che ho dedicato alla lavorazione del vaso in porcellana cinese della metà 1700, bianco con decorazioni dipinte blu.
L’oggetto era stata incollato con cianoacrilato, ho dovuto scollare i pezzi a fatica (alcuni hanno resistito a ogni tentativo); i cocci sono stati incollati con mugi urushi, una miscela di farina di riso, acqua e ki urushi
Il pezzo è stato poi messo nel muro per una settimana a 22° e 80% di umidità.
In seguito ho eseguito diverse stuccature e carteggiature; al raggiungimento di una buona qualità delle lineee, le ho pennellate con bengara urushi
Il tempo di asciugatura atto alla doratura con la polvere d’oro puro varia in base al quantitativo di lacca, alla diluizione, alle condizioni climatiche pur considerando che il contenimento dell’oggetto nel muro: varia dalla mezzora all’ora.
Ciò che nasce è un oggetto nuovo, un oggetto che racconta la sua storia, fatta di tempo, di persone, di cura e di mancanze. Così come bene Giangiorgio Pasqualotto descrive in ” Estetica del vuoto. Arte e meditazione nelle culture d’Oriente”
“Sabi. Il termine, il cui carattere associa -tranquillità- e -solitudine-, è tradotto normalmente con -rustica semplicità-. Il suo significato allude tuttavia alla condizione di cose e di oggetti che presentano, più o meno evidenti, segni di vita vissuta, tracce di tempi attraversati e sedimentati.Queste forme materiali non si presentano però come logore o fatiscenti, non denunciano il peso dei tempi -passati- e raccolti: appaiono come impregnate di vita, sia di quella loro propria, di destini minerali o vegetali, sia di quella di chi le ha, in maniere e in occasioni diverse, toccate, usate, consumate e pulite.”
Estetica del vuoto. Arte e meditazione nelle culture d’Oriente. Giangiorgio Pasqualotto