The Unbreakable

The Unbreakable

IN COLLABORAZIONE CON TOYOTA

The Unbreakable è la campagna di Toyota Italia per le Olimpiadi di Tokyo 2020 che segue la campagna di comunicazione “Start Your Impossible” lanciata nel 2017.
 
The Unbreakable nasce nel febbraio 2019 dalla creatività dell’agenzia The&Partnership Italia; dopo un anno di lavoro, studio attento dei dettagli, il 3 marzo 2020 è stato pubblicato il sito The Unbreakable: le storie impossibili.
Chi sono gli Unbreakable? Sono persone normali e straordinarie che hanno affrontato con coraggio e forza le avversità, facendo della difficoltà e della fragilità il loro talento.
 
Sette atleti appartenenti al Toyota TeamGabriele DettiSimona Quadarella, Vanessa Ferrari, Andrea Pusateri, Ivan FedericoBebe Vio Ivan Zaytsev raccontano come hanno affrontato una difficoltà della loro carriera e come l’hanno saputa superare, diventando degli Unbreakable.
Sette persone, Mattia Barbarossa, Sofia Corradi, Silvia Bonomi, Daniele Regolo, Marco Dolfin, Alessia Guarnaccia, Giovanni Zappatore, raccontano la loro storia impossibile, e il modo con cui hanno riscritto le regole della mobilità rendendo il mondo un posto migliore.
Storie impossibili, storie di sogni che diventano realtà, se ci si crede fino in fondo, anche andando contro tutti, spesso soli, con il proprio coraggio e forza.
Storie che hanno cicatrici scritte a chiare lettere sulla pelle e sulle pagine delle loro vita.
 
Il filo di ogni storia sono le cicatrici e la loro guarigione. Quale migliore metafora quindi dell’arte Kintsugi, l’arte tradizionale giapponese di restauro che impiega la lacca urushi e la polvere d’oro per unire i cocci delle ceramiche rotte?
Un ricamo prezioso, duraturo, un taglio dorato che rimane e che rende di noi quello che siamo.
 
È stata creata un’opera, una goccia, che gli atleti lasciano cadere, quasi abbandonando per sempre il passato. La stessa goccia che viene da me restaurata, un coccio dopo l’altro, seguendo l’emozione dei racconti degli alteti, così diversi e toccanti: lacca urushi e il tempo, lentezza e cura e alla fine l’oro. A impreziosire, a unire, a ricordare.
L’opera diventa viva, testimonianza di quello che è stato e specchio, così come l’oro, del proprio presente.
Ed è nella consegna dalle mie mani a quelle degli atleti che il rito si compie. Un rito che è il cerchio della vita, tra momenti di difficoltà e riprese, tra allegria e tristezza.

Ci sono ferite che lasciano un segno ma che noi possiamo curare rendendole più forti, preziose, e artisticamente belle.

Che sia una ceramica, che sia la pelle, che sia l’anima o il cuore. Che sia la vita intera.

After the night, collaborazione con Francesco Vullo.

After the Night, restauro Kintsugi tradizionale per l'artista Francesco Vullo
After the Night, restauro Kintsugi tradizionale per l'artista Francesco Vullo
Foto di Stefano Marino
After the Night, restauro Kintsugi tradizionale per l'artista Francesco Vullo
Foto di Stefano Marino

Artista: Francesco Vullo
Restauro Kintsugi Tradizionale: Chiaraarte di Chiara Lorenzetti
Fotografie fasi lavorazione: Chiara Lorenzetti
Fotografie finali: Stefano Marino

Ho conosciuto Francesco Vullo durante uno dei miei corsi online di tecnica moderna, e da lì è nata la richiesta di restaurare con Kintsugi tradizionale, oro puro, una lama circolare in metallo di 30 cm di diametro, rotta nel laboratorio di un fabbro durante una lavorazione artigianale.

La lama era stata precedentemente saldata ma la saldatura non era stata efficace: ho deciso, per sicurezza su un materiale insolito per Kintsugi tradizionale, di usare una resina per metalli per l’incollaggio.

Il resto del restauro è stato da me eseguito con tecnica tradizionale:
-tonoko e lacca urushi per la stuccatura
-carteggiatura e stuccature ripetute fino al compimento della linea ideale
-kuro urushi a pennello per impermeabilizzare
-bengara urushi
-polvere d’oro 24 kt

 

Ogni fase ha bisogno di 5-6 giorni nel muro con 25° di temperatura e 80% di umidità.

“After the Night” racconta la difficoltà della rottura e la sua ricomposizione, come metafora di unicità e preziosità di mestieri che stanno lentamente scomparendo e che meritano ogni rispetto. E l’oro è la stima dimostrata.

L’opera è stata venduta a un collezionista e amante d’arte che ha saputo riconoscere non solo la bellezza artistica ma anche il concetto profondo.

Artista: Francesco Vullo

Restauro Kintsugi Tradizionale: Chiaraarte di Chiara Lorenzetti

Fotografie fasi lavorazione: Chiara Lorenzetti
Fotografie finali: Stefano Marino

Tv Tokyo, la mia esperienza in Giappone

Il mio incontro con il Kintsugi
Da qualche anno ho iniziato a lavorare con la tecnica Kintsugi, arte giapponese che consiste nel riparare ceramiche con lacca urushi e polvere d’oro. Ho imparato da sola, guardando video (pochi), leggendo qualche informazione (pochissime); ho usato la mia esperienza nel campo del restauro per provare, fallire, riprovare, riuscire. Quando ho raggiunto una buona conoscenza, ho raccontato la mia arte nel web. Con costanza: ogni giorno un post, approfondimenti sul sito, foto su Instagram, ho scritto un manuale dedicato.

Ed è proprio nel web che Tv Tokyo mi ha trovata: appassionata di cultura giapponese, autodidatta, mai stata in Giappone, la protagonista perfetta per il loro programma.

Il primo approccio è stato un venerdì mattina di aprile. La troupe di Tv Tokyo, la regista Emi san, il suo reporter e l’interprete Yu Akao, si sono presentati alla mia porta: “Coniciua” (Permesso? Posso entrare?). Di fronte a persone sconosciute, che parlavano una lingua ancora più sconosciuta, ho raccontato di me, del mio lavoro, di come mi sono trovata a studiare l’arte tradizionale Kintsugi. Pensavo sarebbe stato difficile, imbarazzante; così non è stato, forse la mia passione, forse la semplicità delle persone, forse, e questo l’ho capito dopo il viaggio, la mia affinità con il popolo giapponese.
La troupe mi ha poi seguito a Milano, proprio quel fine settimana avevo in programma una mostra e due laboratori in città.

Dopo questo primo approccio ho un po’ dimenticato l’evento, travolta dalla quotidianità. Fino al giorno in cui, due mesi dopo, mi è stato recapitato il biglietto del viaggio; ero stata selezionata per andare in Giappone. Sì, è stato pazzesco.

Il 7 di luglio 2018 mi sono imbarcata su di un volo Alitalia, destinazione Tokyo. Non sapevo quasi nulla sul mio soggiorno in Giappone, la forza del programma è quella della sorpresa, giusto i nomi di chi mi avrebbe accompagnata (Yoda san il regista, Mai san l’assistente, Aya san, meravigliosa interprete) e gli indirizzi degli alberghi.
A dire il vero non sapevo nulla o quasi neppure del programma, avevo giusto capito fosse un programma a cui la gente straniera appassionata di cultura giapponese si candidasse per poter andare in Giappone a perfezionare la tecnica.
Il programma va in onda da tre anni alle 20, ogni settimana, ed è uno dei programmi maggiormente seguiti.

Sono stata ospite a Kyoto dal maestro di Kintsugi Hiroki Kyokawa, tre giorni intensi di studio e registrazione, tre giorni di 10-12 ore lavorative. Il maestro mi ha spiegato le basi della tecnica, evidenziando i miei difetti, spiegandomi ogni piccolo dettaglio; mi ha mostrato attrezzi e materiali e, insieme, abbiamo realizzato un’opera Kintsugi. La troupe ci ha sempre filmato in laboratorio, seguito a pranzo e nel tempio dove sono stata accolta a braccia aperte.

Il mio viaggio è continuato a Daigo, a nord di Tokyo, dove ho visto le coltivazioni della pianta da cui si estrae la lacca urushi, prodotto indispensabile per un restauro Kintsugi. Ho lavorato io stessa all’estrazione della lacca, mi sono sentita pronta per farlo, e, se potessi, tornerei subito a lavorare nei campi: l’aria che ho respirato, le persone con cui ho mangiato, riso, dialogato mi hanno lasciato un segno forte, più forte di quelli che la lacca urushi lascia sulla pelle quando, inavvertitamente, la si tocca.

Sette giorni, tanto è durato il mio viaggio. Sette giorni che valgono una vita.
E ora sono qua, in Italia, supportata e seguita da giapponesi e italiani, i primi curiosi di vedere la loro arte trasformata dalle mie mani e i secondi interessati a scoprire.
Un gran compito mi spetta, ma mi sento pronta: cogliere l’attimo, vivere con passione tenendo sempre lo sguardo alla professionalità con umiltà e dedizione.

Per vedere l’intera puntata

Nipponikitahito, Chiaraarte vola in Giappone

Il divertente diario del mio viaggio in Giappone, ospite di Tv Tokyo e del programma “Chi vuole venire in Giappone”, alla scoperta dell’arte tradizionale Kintsugi.
Nella meravigliosa Kyoto l’incontro con Hiroki Kyokawa, maestro di Kintsugi, a Dagio, nella prefettura di Ibaraki, nel folto dei boschi, l’incontro con Tobita san che mi ha insegnato la lenta, curata, emozionante raccolta della lacca urushi.