“Kintsugi, l’arte di riparare con l’oro. Manuale tecnico” Preordina ora!

È finalmente pronto alla stampa il nuovissimo libro “Kintsugi, l’arte di riparare con l’oro. Manuale tecnico” un manuale di 190 pagine corredato da immagini e schede di lavoro.

Preordina ora la tua copia!
La riceverai al tuo indirizzo senza spese di spedizione, con la dedica dell’autrice e una cartolina di ispirazione kintsugi in omaggio.

Il preordine è valido fino al 30 aprile.
Il 20 aprile le copie andranno in stampa.
Dal 30 al 4 maggio riceverai la notifica dell’avvenuta spedizione.

“Kintsugi, l’arte di riparare con l’oro” è un manuale tecnico di restauro che descrive ogni fase di lavorazione, a partire dallo studio dell’oggetto fino alla semina finale della polvere d’oro.
Offre una panoramica sul periodo Muromachi, epoca dello shogun Ashikaga Yoshimasa, sul movimento culturale Higashiyama bunka, con uno sguardo alla storia della ceramica e al ruolo del restauratore in Italia e in Giappone.
Kintsugi porta con sé una profonda metafora di vita, esaminata nella parte finale libro, con cenni di filosofia giapponese e approfondimenti sul kintsugi contemporaneo.

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Dal 30 aprile la copia sarà disponibile anche negli store online, sia cartacea che in versione ebook

Grazie per il tuo supporto

Chiara

“After the Night” restauro Kintsugi per l’artista Francesco Vullo

Ho conosciuto Francesco Vullo durante uno dei miei corsi online di tecnica moderna, e da lì è nata la richiesta di restaurare con Kintsugi tradizionale, oro puro, una lama circolare in metallo di 30 cm di diametro, rotta nel laboratorio di un fabbro durante una lavorazione artigianale.

La lama era stata precedentemente saldata ma la saldatura non era stata efficace: ho deciso, per sicurezza su un materiale insolito per Kintsugi tradizionale, di usare una resina per metalli per l’incollaggio.

After the Night, restauro Kintsugi tradizionale per l’artista Francesco Vullo Foto di Stefano Marino
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“Kintsugi, l’arte di riparare con l’oro” – Salone dell’Arte e del Restauro di Firenze – Lezione 3: “La lacca urushi”

Venerdì 16 ottobre, ore 20

La lacca urushi è una lacca giapponese di altissima qualità; è estratta dalla pianta autoctona Rhus verniciflua fin da tempi antichissimi.

In Cina si sono ritrovati oggetti laccati risalenti al 4000 a. C., mentre in Giappone fino a 5500 anni fa, nel periodo Jomon.

La Rhus verniciflua è una pianta decidua che raggiunge fino ai 10 metri di altezza. La linfa grezza è raccolta da piccoli tagli sul tronco da maggio a novembre; in seguito è filtrata dalle impurità e lasciata decantare in modo che l’acqua contenuta evapori completamente.

Questo procedimento di stagionatura, nayashi, serve a determinare la qualità della lacca urushi, la lucentezza, la viscosità e la trasparenza.

La linfa grezza è chiamata ki-urushi; la lacca ottenuta con la stagionatura, molto chiara, suki-urushi.
La lacca con ossido di ferro rosso si chiama bengara urushi, mentre la lacca nera si chiama kuro-urushi.

Partecipazione
Il costo d’iscrizione per ogni lezione è di € 10.
Il costo d’iscrizione per tutte e tre le lezioni è di € 20.
Per iscriversi occorre inviare una email all’indirizzo info@chiaraarte.it

Il numero massimo di partecipanti a ogni lezione è di 10 persone.

Programma delle lezioni

“Kintsugi, l’arte di riparare con l’oro” – Salone dell’Arte e del Restauro di Firenze – Lezione 2: “Materiali, strumenti e tecnica del restauro Kintsugi”

Giovedì 15 ottobre, ore 20

Kintsugi (kin – oro, tsugi – riparare) è una tecnica artistica di restauro giapponese per ceramiche che risale alla fine del 1400. Le rotture delle ceramiche sono incollate usando la lacca urushi, una lacca estratta dalla pianta Rhus Verniciflua, presente in Giappone.

La lacca è estratta dalla pianta nel periodo tra maggio e novembre, mediante piccoli tagli sulla corteccia: da una pianta si estraggono mediamente 200 grammi di resina.

La lacca urushi è mescolata con farina di riso o farina di grano; questa sostanza ha forti qualità adesive ma necessita di una settimana per raggiungere una buona tenuta. Una settimana in un ambiente caldo umido, detto muro.

Dopo la prima fase di incollaggio, le crepe sono stuccate con lacca urushi e polvere tonoko; di nuovo la ceramica deve essere tenuta nel muro per una settimana circa. Questa fase di stuccatura può essere ripetuta quante volte necessita fino a raggiungere un buon grado di perfezione. E sempre, ogni volta, occorrerà rimettere la ceramica nel muro.

Terminata la stuccatura e carteggiatura, sulle linee di rottura si applica a pennello la lacca urushi; tale lacca rossa viene usata per aumentare il tono caldo dell’oro che in seguito sarà sovrapposto.

Sulla lacca rossa, lasciata asciugare per mezz’ora circa, si deposita la polvere d’oro.

Tale polvere può essere oro puro 24kt, di varia grammatura o polvere d’argento (Gintsugi: gin – argento, tsugi – riparare)

Nella fase successiva la polvere d’oro è lucidata con cotone di seta, wata o con il dente d’orata, simile alla pietra d’agata per i doratori. La ceramica è messa nuovamente nel muro e lasciata per una settimana in modo che la lacca possa ancora polimerizzare e rendersi stabile. La ceramica così restaurata è riutilizzabile per la sua funzione originaria.

Partecipazione
Il costo d’iscrizione per ogni lezione è di € 10.
Il costo d’iscrizione per tutte e tre le lezioni è di € 20.
Per iscriversi occorre inviare una email all’indirizzo info@chiaraarte.it

Il numero massimo di partecipanti a ogni lezione è di 10 persone.

Programma delle lezioni

“Kintsugi, l’arte di riparare con l’oro” – Salone dell’Arte e del Restauro di Firenze – Lezione 1: “Il contesto storico-culturale nel Giappone di fine Quattrocento”

Mercoledì 14 ottobre, ore 20

Kintsugi, letteralmente “riparare con l’oro”, è una tecnica giapponese per restaurare oggetti in ceramica. Le linee di rottura sono lasciate visibili, anzi evidenziate con polvere d’oro, così da creare un nuovo oggetto, un’opera d’arte, unica e preziosa.

La tecnica Kintsugi ha origine in Giappone nel periodo Muromachi, sotto lo shogunato di Ashikaga Yoshimasa (1435-1490). È un’epoca fertile sotto il profilo culturale, chiamata Higashiyama bunka: molte sono le arti che, importate spesso dalla Cina, arrivano in Giappone e in seguito sono trasformate dalla filosofia del buddismo Zen.

Yoshimasa amava circondarsi di artisti e poeti nel suo palazzo tempio Ginkaku-ji, a Kyoto, e fu proprio lui a far nascere la cultura del cha no yu, la cerimonia del tè, in Giappone. Le tazze tenmoku, basse e tonde, realizzate da maestri ceramisti secondo l’estetica wabi sabi, impreziosivano la cerimonia, parte fondamentale del rituale. Alla tazza era data la massima importanza: il maestro del tè la riempiva lentamente, la girava più volte, poi la porgeva agli ospiti che, dopo aver bevuto il tè, ne tessevano le lodi e la bellezza. Una di queste tazze, forse la più preziosa o quella a cui era più affezionato, cadde dalle mani di Ashikaga Yoshimasa.”

Partecipazione
Il costo d’iscrizione per ogni lezione è di € 10.
Il costo d’iscrizione per tutte e tre le lezioni è di € 20.
Per iscriversi occorre inviare una email all’indirizzo info@chiaraarte.it

Il numero massimo di partecipanti a ogni lezione è di 10 persone.

Programma delle lezioni

Hiroki Kiyokawa, maestro di Kintsugi a Kyoto

Hiroki Kiyokawa è un grande maestro e artigiano di Kintsugi.
L’ho conosciuto a Kyoto durante la trasmissione televisiva Who Wants to Come to Japan 世界ニッポン行きたい人応援団 e ho imparato la sapienza, la cura del dettaglio, l’amore e la passione per la lacca.
Questo è il testo scritto da Masasi Em ( Researcher Photo&Author all of Japanese Culture History, philosophy, Shintoism Buddhism, Confucianism) che illustra il maestro, l’arte e la filosofia Kintsugi
La cultura giapponese è alimentata dalle sensibilità straordinarie di antenati alla ricerca di eccezionali abilità artigianali. Questi antenati non hanno dimenticato di tramandare alla generazione successiva lo spirito, le capacità e le speranze sviluppate mediante le loro creazioni.
In anni recenti, però, i prodotti chimici, la produzione di massa e il consumo di massa sono diventati la regola, e anche i sentimenti delle persone per le “cose” sono cambiati grandemente.
Con lo spirito e le tecniche dei metodi tradizionali vorremmo rendere omaggio al sentimento del consumatore di voler conservare i ricordi e di ereditare qualcosa che gli è caro e ne vorremmo esprimere la bellezza.

Attaverso il kintsugi, il metodo tradizionale di restaurare usando l’urushi, un esempio dell’antica cultura giapponese, speriamo di continuare a trasmettere l’innato spirito delle genti giapponesi.

Hiroki Kiyokawa, artigiano

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Hiroki Kiokawa si è occupato del restauro di santuari e templi per oltre quarant’anni. Con queste capacità e facendo buon uso di ingredienti naturali, restaura edifici, statue buddiste, oggetti smaltati, mobili antichi e opere d’arte antiche, tutti con le antiche tecniche giapponesi tradizionali.
Promuove la cultura giapponese attraverso i suoi laboratori di Kintsugi (Restaurare con l’oro) e Shitsugei (L’arte della laccatura). Dal 2017 ha accettato l’invito del centro commerciale Nihombashi Mitsukoshi, di Tokio, di tenere, quattro volte l’anno, eventi di kintsugi e di restauro di ceramiche
É stato selezionato per l’esposizione “Capolavori del Giappone” del centro commerciale e ha esposto i suoi lavori di restauro kintsugi. Ha ricevuto molte richieste da tutto il Giappone e ha restaurato numerosi oggetti preziosi.

Il significato culturale del restauro con la lacca
L’arte del restauro con la lacca si riferisce al tradizionale metodo di usare l’urushi per riparare oggetti come statue buddiste, edifici e tazze da tè. Culturalmente, ha la caratteristica storica di impiegare ingredienti e metodi iniziati durante il periodo Jomon, assieme ad altre caratteristiche giapponesi come la spiritualità nel prendersi cura degli oggetti e un’elaborata artigianalità. L’arte del restauro con la lacca è una tecnica indispensabile per la preservazione e l’eredità di proprietà culturali, incluse architetture, statue buddiste e manufatti. In particolare il metodo kintsugi di restauro di tazze da tè ha visto crescere l’interesse all’estero dalla fine dell’epoca moderna a oggi.

In effetti, una tazza da tè Raku rossa (“Seppo”, realizzata da Koetsu Honami nel periodo Edo, Hatakeyama Memorial Museum of Fine Art), restaurata con kintsugi, e una tazza da tè in celadon (“Bakohan”, Tokyo National Museum), riparata con graffe kasugai, sono state designate come Important Cultural Properties (NdT: proprietà culturali di particolare importanza per il popolo giapponese). Anche la tazza da tè “Hayabune”, del ceramista Chojiru Raku (periodo Momoyama, Hatakeyama Memorial Museum of Fine Art) e il vaso a fiori celadon con orecchie Fenghuang (Kuboso Memorial Museum of Arts, Izumi, Prefettura di Osaka),Tesoro Nazionale, sono stati restaurati mediante il kintsugi.

Usare il talento per rigenerare qualcosa mescolandolo a ingredienti naturali e creando una nuova bellezza è l’espressione per definire il significato culturale e il valore dell’arte del restauro con lacca.

Kintsugi (unire con l’oro) è un’antica tecnica tradizionale di restauro di rotture e sbeccature nelle ceramiche con urushi (lacca giapponese). Le ceramiche sono create con terra di montagna, un materiale naturale, e, similmente, il processo di restauro utilizza l’urushi raccolto da alberi, anch’essi naturali. Con l’aggiunta di ingredienti come la polvere d’oro nasce una nuova bellezza. È questo lo spirito del Giappone che ha preservato natura e cultura. È la fusione dello “spirito di proteggere e tramandare le cose” e della “tecnica tradizionale di restaurare le cose” che crea il “mondo del kintsugi”.
Il mondo dell’arte del restauro con la lacca è al livello più profondo dello spirito delle persone giapponesi riguardo alle “cose”. Molto probabilmente si potrebbe concordare sul fatto che l’attaccamento dei giapponesi agli oggetti e lo spirito del prendersene cura siano una caratteristica culturale e storica. Il termine giapponese mottainai, che indica il senso di rimorso nello sprecare qualcosa, è diventato famoso in tutto il mondo.

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Wa, lo spirito giapponese dell’armonia
L’arte del restauro con lacca e il kintsugi sono l’armonia tra tutte le cose naturali e gli esseri umani che esiste fin dall’inizio di tutto.
La cultura giapponese, nascendo col senso di unità tra tutte le cose naturali e gli esseri umani, così come anche con la consapevolezza del senso di unità tra gli uni gli altri come fondamento, è stata formata dal sincretismo di altre culture. Il “wa” giapponese è lo spirito titubante che unisce, equilibra e si sforza nella lotta tra vecchio e nuovo, tra il mantenere le tradizioni e l’essere efficienti e tra le differenze nelle culture.

Rete al Femminile di Biella, le mie ceramiche nel blog

Le mie ceramiche Kintsugi oggi nel blog della Rete al Femminile di Biella, tra i 10 complementi d’arredo che non possono mancare all’interno di un laboratorio/studio.

“L’ambiente in cui lavori è ciò che influisce di più sulla tua produttività. Anche se non te ne accorgi, ciò che ti circonda ti influenza giocando un ruolo super importante.

Questo può provocare parecchia ansia nella fase di ricerca dello spazio giusto, quando compri gli arredi e scegli come disporli. Vuoi che tutto sia perfetto, fin da subito, e non vuoi sbagliare, proprio perché si parla di lavoro.

Quello che posso consigliarti per evitare pensieri negativi è questo: arreda e organizza lo spazio secondo i tuoi gusti, le tue preferenze, proprio come se fosse parte di te, del tuo modo di pensare, del tuo modo di vivere.  Ogni laboratorio rispecchia la personalità di chi lo vive, e così deve essere anche il tuo. Immaginalo come se fosse una seconda casa, un luogo affascinante dove trascorrere le giornate e liberare la creatività.
Libera la mente e crea un’atmosfera che ti faccia sentire a casa!…continua QUI