Restauro Kintsugi con tecnica tradizionale – corso base
Durata del corso: 10 ore (da svolgersi in due giorni consecutivi)
Numero massimo allievi: 8
Questo corso offre agli allievi la conoscenza base sulla storia e l’evoluzione del restauro Kintsugi. Si compone di una parte teorica, in cui verranno ripercorse le tappe che hanno portato alla nascita della tecnica, si apprenderanno le informazioni di base sull’arte ceramica giapponese, sulla cerimonia del té (strettamente legata al Kintsugi). La parte pratica verterà su rottura, uso della lacca urushi, restauro e uso della polvere d’oro imitazione.
Questo corso prevede che alcune fasi della lavorazione vengano eseguite su oggetti già in fase di restauro, dati i lunghi tempi di polimerizzazione della lacca urushi.
Restauro Kintsugi con tecnica tradizionale – corso completo
Durata del corso: 16 ore (da svolgersi in 4 settimane)
Numero massimo allievi: 8
Questo corso offre agli allievi uno sguardo approfondito sulla storia e l’evoluzione del restauro Kintsugi. Si compone di una parte teorica, in cui verranno ripercorse le tappe che hanno portato alla nascita della tecnica, si apprenderanno le informazioni di base sull’arte ceramica giapponese, sulla cerimonia del té (strettamente legata al Kintsugi). La parte pratica verterà su rottura, uso della lacca urushi, restauro e uso della polvere d’oro imitazione.
La durata di questo corso è determinata dai tempi di polimerizzazione della lacca urushi. Gli allievi lavoreranno su un unico oggetto dall’inizio alla fine del corso.
Questo corso offre agli allievi la conoscenza base sulla storia e l’evoluzione del restauro Kintsugi. Si compone di una parte teorica, in cui verranno ripercorse le tappe che hanno portato alla nascita della tecnica, si apprenderanno le informazioni di base sull’arte ceramica giapponese, sulla cerimonia del té (strettamente legata al Kintsugi). La parte pratica verterà su rottura, uso di resina epossidica, restauro e uso della polvere d’oro imitazione.
L’arte Kintsugi, arte giapponese del XVI sec. che restaura tazze per la cerimonia del tè con lacca urushi e polvere d’oro, ha vissuto, nel suo passaggio dall’oriente all’occidente, una mutazione sia della tecnica che del concetto filosofico.
In oriente materiali
naturali, lacca urushi e polvere d’oro; in occidente materiali
chimici, resina epossidica e oro liquido, in polvere, in foglia.
Cosa ci fa una restauratrice a Lucca Comics & Games? Può sembrare un controsenso portare un’arte antica tra cosplay e manga. Non lo è. Lucca, nelle giornate del Lucca Comics & Games dedica al Giappone una sezione della manifestazione, Japan Town.
Partiamo da una delle più recenti novità in casa Japan Town: Japan Live trova una nuova location arricchita da eventi che mettono al centro la cultura giapponese. Le proposte per intrattenere i visitatori saranno molto variegate spaziando tra laboratori per neo-cosplayer sotto la guida di cosplayer affermati, interviste, performance di idol, karaoke, proposte culinarie da leccarsi i baffi e sfilate di gruppi e associazioni legati alle passioni di chi ama il Giappone. Fonte Justnerd
Tra le iniziative in programma ci sarà anche una serie di appuntameti dedicati all’arte Kintsugi è un’antica tecnica giapponese che consiste nel restaurare oggetti in ceramica mettendo in evidenza le crepe con polvere d’oro.
A Lucca Comics & Games 2019 quindi proporrò un laboratorio, dove ci si confronterà non solo col restauro di una tazza con la tecnica Kintsugi moderna ma anche con la ricostruzione di ideogrammi: Forza, Coraggio e Impermanenza.
Due saranno gli appuntamenti del corso, tenuti entrambi nella Sala Workshop Japan Town (Sala Botte):
Dalle ore 10:00 alle ore 12:00 di sabato 2 novembre
Dalle ore 10:00 alle ore 12:00 di domenica 3 novembre
Inoltre, sabato 2 novembre dalle ore 17:00 alle ore 18:00 nella Sala Incontri Japan Town (Auditorium Cappella Guinigi), sarà possibile scoprire di più su questa tecnica artistica nella conferenza “Kintsugi, l’arte di riparare con l’oro”, sempre con Chiara Lorenzetti.
Ricordo che tutti gli eventi di Japan Town sono fuori dal perimetro della manifestazione e quindi non abbisognano del biglietto di ingresso.
Per partecipare occorre inviare una mail a info@chiaraarte.it per i dettagli e costi.
“Buongiorno e buon anno! Mi chiamo don Carlo Pizzocaro e sono parroco (da poco) di Cumiana in provincia di Torino. La filosofia del kintsugi ha per me un fascino particolare e diventa quasi una teologia se penso a questo scorrere di oro tra le crepe di qualcosa di più povero per renderlo non solo aggiustato, ma nobilitato. È una vera immagine della redenzione: LUI si è mescolato a noi per restituirci quella immagine e somiglianza che avevamo perduto. Mi piacerebbe per la Quaresima valutare la possibilità di utilizzare calice e patena realizzati con questa tecnica…ne ha mai realizzati?”
Restaurare un oggetto con l’arte Kintsugi tradizionale mi permette di incontrare storie nuove, metafore differenti, interessanti modi di vedere oltre. Don Carlo Pizzocaro, parroco di Cumiana, ha visto nell’oro che copre le crepe il messaggio di Dio, salvezza e redenzione per gli umili, per la fragilità. Il suo progetto mi ha subito entusiasmato; il nostro primo incontro è stato a Magnano, al laboratorio di ceramica dei monaci di Bose. (Ne ho scritto qualche anno fa, se vuoi approfondire puoi trovare a questo link notizie sulle ceramiche di Bose)
Abbiamo scelto, grazie anche all’aiuto del monaco ceramista Nymal, una calice e una patena che ben si accordassero; da lì ne è nata una rottura studiata, nella continua ricerca dell’armonia artistica. Il restauro è durato un mese e mezzo, per dare il tempo alla lacca urushi di polimerizzare, prendendosi il suo tempo lento, quello della fragilità che diventa forza: lacca urushi e farina di riso per incollare; lacca urushi e tonoko per le stuccature; kuro urushi per la prima rifinitura; bengara urushi per preparare la base per la polvere d’oro; polvere d’oro 24kt; finitura con leggera lacca urushi per protezione.
Every course has its history; every apprentice entwines tales,
passion, art, curiosity and, together, they create a thick fabric
made of relationship and sharing.
I chose to commit
part of my work as restorer to teaching; I don’t mean to colonize
the world with the art of Kintsugi. But I would like to illustrate an
unknown and often wrongly interpreted art. The time I dedicate is
well spent, because I give my knowledge and, in turn, I receive very
pleasant meetings, creative impressions and special emotions.
Teaching the
traditional Japanese Kintsugi technique is challenging. It is not
only about teaching the technique, but also about generating a
passion in the apprentices.
In fact, Kintsugi is
a wonderful and precious technique but, above all, it is a complex
technique that requires good manual skills and aptitude for manual
work.
The urushi lacquer,
a natural resin extracted from the Rhus Verniciflua plant, besides
being a very resistant, strong and water-repellent material, also has
the disadvantage of having an allergenic effect through contact: if
it’s not well used one risks serious and troubling skin problems.
This is the first of
the hurdles an apprentice has to overcome, and the only way to do
this is, first of all, to have the knowledge and, in the second
place, a humble and respectful approach.
The lacquer has a delicate polymerisation process, that activates through temperature and humidity and, moreover, it requires a long time. All this is very different from our actual working habit, with its chemical materials that have fast and programmed times and that do not need our control. In turn, the lacquer needs to be looked after, to be followed step by step, every day, until it hardens and becomes ready for the next phase.
How much time are we
willing to dedicate?
This is the question
I ask my apprentices, this is what I teach them and this is the added
value that makes it possible to fall in love with Kintsugi.
The course
“Kintsugi, the art of repairing with gold”, which just finished,
has been organized together with the association “Giappone in
Italia”, and held in the “Teiera Eclettica” store, in Milan,
has been a very interesting experience for me. I organized the
lessons in four days (four hours each), with an interval of one week.
I made this in order to allow the apprentices to become familiar with
the slowness of the lacquer. Each one had two ceramics on which we
worked during the lessons. They had to look after them at home,
checking temperature and humidity and every week they had to bring
them back to the lesson in order to keep on working on them.
Instead, the materials used during the course were in common: every apprentice had to take care of them, cleaning and handling them with attention. In fact, this is my first request, on which I am very strict: respecting and cleaning the materials is equivalent to knowing how to work. A clean desk is the first step for a good job.
Orietta, Lidia,
Mara, Isotta and Helga. Five women, five different stories, above all
in purpose and expectations.
From the very beginning we built a team. If someone needed help, the others helped. At some times I helped personally. Time ran very fast, perhaps too fast, among informations, attentive silences, personal stories and more than a good cup of tea, provided by Barbara, our adorable hostess.
What will my
apprentices do now? For the time being I admire their work,
well-finished ceramics to which each one of them has given her
personal touch. I admire their happy smiles. And I wait to see them
blossom, grow and create with courage, professionalism and, before
everything else, with respect for an art that comes from an antique
time and a far country and of which we are just beginning to learn
the profound meaning.
Ogni corso ha una sua storia; ogni allievo intesse racconti, passione, arte, curiosità e insieme si crea un tessuto fitto, fatto di relazione e condivisione.
Ho scelto di dedicare parte del mio lavoro di artigiana restauratrice all’insegnamento; non è una scelta a cottimo, non voglio colonizzare il mondo con l’arte Kintsugi. Mi preme però raccontare un’arte sconosciuta o spesso interpretata in maniera poco corretta.
Il tempo che dedico è tempo ben speso, perché come io dono il mio sapere, così mi torna in piacevoli incontri, suggestioni creative e speciali sentimenti.
Insegnare la tecnica tradizionale giapponese Kintsugi è una sfida. Non si tratta solo di insegnare la tecnica, ma di far nascere negli allievi la passione.
È infatti il Kintsugi una tecnica bellissima e preziosa ma è soprattutto una tecnica complessa che presuppone una buona manualità e attitudine.
La lacca urushi, resina naturale estratta dalla pianta Rhus Verniciflua, ha, oltre le sue proprietà di resistenza, forza e impermeabilità, anche il fastidioso inconveniente di essere allergizzante per contatto: se non ben usata, si rischiano situazioni complicate e fastidiose alla pelle.
Questo è un primo scoglio che chi studia deve sapere affrontare e l’unico modo è, prima di tutto, la conoscenza; in secondo luogo, l’approccio umile e il rispetto.
La lacca ha tempi di polimerizzazione delicati che si attivano con temperatura e umidità dedicati; inoltre ha tempi molto lunghi. Tutto questo esula parecchio dal nostro vivere quotidiano, dai materiali chimici con tempi rapidi, programmati, che non abbisognano del nostro controllo; la lacca invece deve essere accudita, seguita passo passo, ogni giorno, affinchè indurisca e sia pronta per il passaggio successivo. Quanto siamo disposti a dedicare il nostro tempo? Questo chiedo ai miei allievi, questo spiego loro ed è questo il valore aggiunto che permette di innamorarsi del Kintsugi.
Il corso “Kintsugi, l’arte di riparare con l’oro” che si è appena concluso, organizzato in collaborazione con l’associazione Giappone in Italia e tenutosi presso La Teiera Eclettica a Milano, è stata per me un’esperienza molto interessante. Ho organizzato le lezioni in quattro giornate di quattro ore, distanziate tra loro di una settimana. Questo per dare tempo agli allievi di famigliarizzare con la lentezza della lacca. Ogni allievo aveva a disposizione due ceramiche su cui abbiamo lavorato durante le lezioni, da seguire a casa, controllando temperatura e umidità, e ogni settimana era loro compito riportarle per proseguire il lavoro. I materiali di uso durante il corso erano invece comuni; ogni allievo doveva prendersi cura di pulire e tenerli con attenzione. È questo infatti la mia prima richiesta, sulla quale sono abbastanza rigorosa: avere rispetto e pulizia dei materiali è sinonimo di saper lavorare, un tavolo pulito è il primo passo per un buon lavoro.
Orietta, Lidia, Mara, Isotta e Helga. Cinque donne, cinque storie diverse, diverse soprattutto le finalità e le aspettative. Abbiamo formato da subito una squadra, chi non riusciva veniva supportato dalle altre, io stessa ho aiutato in momenti di difficoltà. Il tempo è passato veloce, forse troppo, tra informazioni, silenzi di attenzione, racconti personali e una sempre buona tazza di tè offerta dalla deliziosa pardona di casa Barbara.
Cosa faranno ora le mie allieve? Per ora ammiro i loro lavori, ceramiche curate nelle quali ognuna di loro ha impresso il tocco personale. Ammiro i loro sorrisi felici. E resto in attesa di vederle sbocciare, crescere e creare, con ardimento, professionalità, ma, prima di tutto, con rispetto per un’arte che arriva da un tempo e un paese lontano e di cui noi, con passi leggeri, stiamo apprendendone il senso profondo.
Sapete che gli oggetti rotti riparati con la tecnica kintsugi sono esposti nelle stanze del tè prevalentemente nelle prime due settimane di autunno?
È il periodo dell’anno che preannuncia la fine del germoglio, della fioritura, pronta la natura al letargo e al declino, con i colori accesi e poi spenti. Nagori viene chiamato questo periodo, un periodo in cui le persone dimostrano una speciale sensibilità e malinconia prima del silenzio dell’inverno.
Così è il Kintsugi, una malinconia serena nel saper apprezzare ciò che di noi invecchia, che si rompe, i fallimenti, i dolori, i lutti, gli amori perduti, le invalidità che la vita riserva al nostro cammino; una malinconia serena che ci porta ad amarci per come siamo, rotti ma nuovi, unici, irripetibili e per questo degni dell’oro che ci ricopre.
Per questa fine d’anno e per il prossimo 2019, ho preparato una serie di corsi, diversi tra loro per modalità e impegno ma con lo stesso filo dorato comune, per farvi conoscere i segreti e la bellezza dell’arte Kintsugi
–18 novembre 2018, 9,30- 13,30 (qui il link con i dettagli)
La Teiera Eclettica, Milano, in collaborazione con Giappone in Italia
Corso di 4 ore di tecnica semplificata, con resina e polvere d’oro.
-24 Novembre 2018, 9,30-17,30 (qui il link con i dettagli)
GufieAllodole, Monteveglio (Bologna)
Corso di 8 ore, un viaggio tra tecnica, arte e metafora, in compagnia di Alessandra Cacciari, medico olistico e antropologa.
-26 gennaio, 2-9-16 febbraio, 9,30-13-30 (qui il link con i dettagli)
La Teiera Eclettica, Milano, in collaborazione con Giappone in Italia
Corso di TECNICA TRADIZIONALE GIAPPONESE.
Una volta all’anno propongo il corso di tecnica tradizionale, con lacca urushi e polvere d’oro, seguendo le antiche orme del Giappone della fine del 1400 e in uso a pochi restauratori. Il corso è aperto a tutti, richiede pazienza e dedizione.
-16 marzo 2019, 14,30-18.30 (qui il link per i dettagli)
Atelier des Pampilles, Torino,
Corso di 4 ore di tecnica semplificata, con resina e polvere d’oro.
Le nuove date dei corsi Kintsugi e un grande viaggio!
Estate, sui tavoli guide turistiche e nella mente pensieri leggeri.
Per non farti trovare impreparato al tuo rientro, ti anticipo le prime date di questo autunno dei miei corsi “Kintsugi, l’arte di riparare con l’oro” – 30 Settembre, Mestre, “Alla corte del Tè” – 20 Ottobre, Milano, “Atelier Arte Insieme” – 27 Ottobre, Torino, “Atelier Des Pampilles”
Se sei interessato a una di queste date, contattami e ti darò maggiori informazioni su orario e costi.
E, a Settembre, quando saremo tutti tornati alla quotidianità, ti racconterò del mio viaggio in Giappone. Un viaggio unico e straordinario che ha aperto una nuova porta nella mia vita. Sono stata invitata a partecipare a un progetto importante, formativo e umano, un progetto che mi ha dato le chiavi per lavorare con più sicurezza, professionalità e amore con l’arte Kintsugi.
Durante la mostra “Kintsugi, l’arte che guarisce le ferite“, presso AD GAllery, Milano, al termine, il 19 maggio, condurrò il workshop “Kintsugi, l’arte di riparare con l’oro”.
Il corso durerà 4 ore durante le quali si lavorerà su di una ceramica, occupandoci della rottura fino alla completa ricostruzione con l’arte Kintsugi. La tecnica usata sarà quella semplificata di resina epossidica e polvere simil oro, una tecnica accessibile a chiunque e che dà ottimi risultati estetici.
Durante le ore di lavoro vi introdurrò nel mondo giapponese della fine del XV sec, tra arte, cultura, filosofia e cerimonia del tè.