Divenire’, Yobitsugi tradizionale giapponese

Ho creato ‘Divenire’ per il concorso “La bellezza artigiana si mette in mostra” organizzato da CNA. Con mia grande emozione, la mia opera ha passato la fase di preselezione e, con 10 altre opere, domani alle 14,30, accederà alla fase finale a RESTRUCTURA , Torino.



Ma come realizzo un’opera come Divenire?
Kintsugi è una tecnica di restauro. Un modo di rimettere insieme i cocci donando all’oggetto la sua funzionalità originaria aggiungendo la propria creatività.
Yobitsugi è il mettere insieme nuovi cocci a colmare quelli mancanti.

Due mesi di lavoro.
-ricerca dei cocci coerenti per colore, dimensione e forma.

  • posizionamento a secco e rifinitura con mola e lima
  • Nori Urushi: incollaggio con Ki urushi e farina di riso.
  • Polimerizzazione nel muro (25° – 80% di umidità) per 7 giorni
  • Sabi Urushi: stuccatura delle crepe e ricostruzione della parti mancanti con Ki urushi, tonoko (farina di argilla), Jinoko (farina fossile) e segatura.
  • Polimerizzazione nel muro (25° – 80% di umidità) per 5 giorni
  • Carteggiatura, stuccatura, muro – ripetizione per almeno 4 volte, per un totale di attesa di un mese.
  • Kuro Urushi: lacca urushi nera per impermeabilizzare
  • Muro a temperatura più bassa con meno umidità per evitare raggrinzamenti – 4 giorni.
  • Carteggiatura con pietra
  • Kuro Urushi, muro, carteggiatura, per tre mani
  • Bengara Urushi: lacca rossa, attesa dai 20 minuti alle 2 ore, fino all’ora blu, ovvero il momento esatto per fare aderire l’oro.
  • Oro Keshifun: oro tritato da pepita in polvere, non abbisogna di brunitura.
    .
    Chi è disposto in questi tempi affrettati ad aspettare due mesi per realizzare un’opera? Dove tanta parte è lavoro ma tanta è anche attesa, pazienza e cura?
    Il restauro Kintsugi è una tecnica di restauro ma è anche una filosofia di vita.

After the night, collaborazione con Francesco Vullo.

After the Night, restauro Kintsugi tradizionale per l'artista Francesco Vullo
After the Night, restauro Kintsugi tradizionale per l'artista Francesco Vullo
Foto di Stefano Marino
After the Night, restauro Kintsugi tradizionale per l'artista Francesco Vullo
Foto di Stefano Marino

Artista: Francesco Vullo
Restauro Kintsugi Tradizionale: Chiaraarte di Chiara Lorenzetti
Fotografie fasi lavorazione: Chiara Lorenzetti
Fotografie finali: Stefano Marino

Ho conosciuto Francesco Vullo durante uno dei miei corsi online di tecnica moderna, e da lì è nata la richiesta di restaurare con Kintsugi tradizionale, oro puro, una lama circolare in metallo di 30 cm di diametro, rotta nel laboratorio di un fabbro durante una lavorazione artigianale.

La lama era stata precedentemente saldata ma la saldatura non era stata efficace: ho deciso, per sicurezza su un materiale insolito per Kintsugi tradizionale, di usare una resina per metalli per l’incollaggio.

Il resto del restauro è stato da me eseguito con tecnica tradizionale:
-tonoko e lacca urushi per la stuccatura
-carteggiatura e stuccature ripetute fino al compimento della linea ideale
-kuro urushi a pennello per impermeabilizzare
-bengara urushi
-polvere d’oro 24 kt

 

Ogni fase ha bisogno di 5-6 giorni nel muro con 25° di temperatura e 80% di umidità.

“After the Night” racconta la difficoltà della rottura e la sua ricomposizione, come metafora di unicità e preziosità di mestieri che stanno lentamente scomparendo e che meritano ogni rispetto. E l’oro è la stima dimostrata.

L’opera è stata venduta a un collezionista e amante d’arte che ha saputo riconoscere non solo la bellezza artistica ma anche il concetto profondo.

Artista: Francesco Vullo

Restauro Kintsugi Tradizionale: Chiaraarte di Chiara Lorenzetti

Fotografie fasi lavorazione: Chiara Lorenzetti
Fotografie finali: Stefano Marino

Venini, una collaborazione Kintsugi sul vetro

Venini è un marchio storico di lavorazione del vetro con sede a Murano, un marchio che apprezzo da sempre. È stato un grande onore lavorare alla creazione della nuova linea Kintsugi sui vasi iconici Veronese, vasi che sono stati presentati durante il Salone del Mobile, edizione 2022.

Il vetro è un materiale affascinante e suggestivo ma complesso da restaurare: le sfide sono la spinta per migliorarsi, studiare, per mettersi alla prova.
La scelta, per questo nuovo prodotto, è caduta non sulla rottura del vaso ma sulla scanalatura del vetro, fino a creare una decorazione ad imitazione della rottura.


Infatti, la rottura volontaria del vetro è complessa e difficoltosa; con i vasi Veronese volevamo raccontare una storia, una storia di fragilità e ricomposizione.
E garantire ai clienti la possibilità della riparazione dei propri vasi accidentalmente rotti.
Venini infatti ha aperto alla clientela il servizio di riparazione Kintsugi dei propri vasi, vasi che molto spesso sono ricordi, affetti e legami unici e preziosi.
Preziosi come l’oro che unisce e li cura.

Restauro kintsugi-estetico di grande lampada in terracotta con decori neri.

Restauro kintsugi-estetico di grande lampada in terracotta con decori neri.

(H: 40cm; diam: 40cm)

Le problematiche legate a questo oggetto erano molte:
– la rottura in tanti pezzi
– la mancanza di una grande parte
– il tentativo di incollaggio con svariati materiali, colla millechiodi, silicone, resina epossidica e attak.

Il restauro si è quindi svolto in più piani:
– pulitura dai collanti precedenti eseguita con diversi solventi, visto le varie nature dei collanti e a secco con bisturi. Questa fase ha comportato la perdita di parecchio materiale superificiale che si era fortemente rovinato durante i vari tentativi di incollaggio da parte del proprietario, financo il tentativo di usare una colla dorata.
– ricomposizione dei frammenti con resina epossidica.
– ricostruzione della grande parte mancante con gabbia interna in benda gessata e strati di carta; all’esterno strati di gesso fino alla forma originale.

A questo punto ho proceduto su due piani:
– per la grande mancanza, restauro estetico a nascondere la rottura, stuccature a finire, ridipintura ad aerografo del colore di base.
Le linee nere decorative le ho ridipinte seguendo lo schema originale.
– per le rotture, stuccatura con gesso bianco, ridipintura con lacca urushi nera (kuro urushi) La finitura Kintsugi è stata realizzata con la ridipintura delle linee di rottura con lacca bengara urushi e polvere di ottone.
Per questo tipo di restauro ho preferito usare polvere di ottone, di colore più caldo e adatta alla tipologia di decorazione.
Tempo di esecuzione: 4 mesi

Restauro Kintsugi tazze giapponesi

Restauro Kintsugi di due tazze giapponesi.

Come ci si approccia a due ceramiche rotte in tanti pezzi, senza sapere se tutti presenti o lacunosi?

Sono partita da una fase di studio dei frammenti, incollandoli preventivamente con scocht di carta fino a ritrovare la forma iniziale.
Per incollare i cocci ho scelto di lavorare a piccoli step, incollando pochi pezzi alla volta con farina di riso riscaldata unita a lacca urushi – NORI URUSHI-, poi polimerizzata nel muro (25° e 80% di umidità) per 5 giorni. Il lavoro di incollaggio si è quindi svolto in 3 fasi, fino alla completa ricostruzione.

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Grande piatto – S. Stefano di Camastra, firmato “Messina” – restauro Kintsugi

Affrontare il restauro di un piatto di grandi dimensioni non è mai facile.
Le complicazioni vanno dallo stoccaggio, dal tavolo di lavoro, dai materiali e loro tenuta, e anche, semplicemente, dalla movimentazione.
Vista la complessità del piatto, e il peso, ho optato per un incollaggio moderno con resina epossidica. Credo che sia dovere del restauratore non fossilizzarsi su una tecnica ma decidere, volta per volta, quella più consona: moderno e antico possono fondersi bene e venirsi reciprocamente in aiuto.

Grande piatto S. Stefano di Camastra, firmato “Messina” – misure: diametro 58cm – h: 5cm

L’uso della resina epossidica mi ha permesso di controllare meglio la tenuta: per tutte le altre fasi ho dovuto costruire un muro apposta di grandi dimensioni, non perfetto in quanto a stabilità di temperatura e umidità e questo avrebbe potuto compromettere la colla (MUGI Urushi)

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La tradizione Kintsugi per Toyota Italia

Chiaraarte

La tradizione Kintsugi per Toyota Italia

The Unbreakable

IN COLLABORAZIONE CON TOYOTA

The Unbreakable è la campagna di Toyota Italia per le Olimpiadi di Tokyo 2020 che segue la campagna di comunicazione “Start Your Impossible” lanciata nel 2017.
 
The Unbreakable nasce nel febbraio 2019 dalla creatività dell’agenzia The&Partnership Italia; dopo un anno di lavoro, studio attento dei dettagli, ieri, 3 marzo, è stato pubblicato il sito The Unbreakable: le storie impossibili.
Doroppu è una ceramica che si infrange a terra e cadendo si rompe in mille pezzi.
Sono gli atleti del Toyota Team a farla cadere, e nel cadere raccontano le loro difficoltà, la strada in salita, quel momento dove hanno pensato di non farcela.
 
Le mie mani sono la ricomposizione, le mie mani raccolgono, mettono insieme, lentamente, con il tempo della lacca urushi e l’oro del Kintsugi, i Doroppu; così le vite dei campioni tornano a splendere, nuovi nella dorata fragilità.
Unici, come si è dopo aver cambiato strada e aver ritrovato il proprio centro.
L’arte Kintsugi tradizionale Kintsugi è una tecnica antica giapponese, risale alla fine del 1400. Utilizza materiali della tradizione, lacca urushi, farina, tonoko e polvere d’oro, o polvere d’argento (Gintsugi).
 
Così com’era, così si usa ora, rispettando tempi e pazienza, con utensili e materiali che negli anni sono rimasti invariati. E questo non per mancanza di progresso ma per rispetto, rigoroso e sacro, della tradizione.
Le fasi di lavorazione partono dall’incollaggio dei cocci, con lacca urushi e farina di riso, Nori urushi, con un tempo di attesa di 5-6 giorni nel muro, un ambiente a 25° e a 80% di umidità, che permette alla lacca di polimerizzare.
Dopo una settimana si passa alla stuccatura delle linee di rottura, con Ki urushi e tonoko. Al contatto con l’aria, la pasta ottenuta assume un colore scuro, che resterà tale anche dopo la polimerizzazione nel muro, 5-6 giorni, 25° e 80% di umidità.
Le stuccature possono essere numerose, così come la carteggiatura ogni volta più precisa e raffinata, e ogni volta che passo a una nuova stuccatura devo mettere in conto i giorni della polimerizzazione.
 
Al termine di questo procedimento, che ha svariati gradi di personale perfezione, sulle linee di rottura ben definite, passo con il pennello la lacca nera, kuro urushi, che serve a impermeabilizzarle e a renderle ancora più precise.
Ora si comincia a vedere delineato il disegno che la rottura ha creato, il fluire delle fratture che raccontano un oggetto nuovo.
È questo il tempo per prepararsi all’oro, con una superficie liscia, uniforme e resistente all’acqua.
Con un pennello di setola animale si ricoprono le linee di rottura con bengara urushi, lacca urushi rossa, e si attende un tempo non definito, ma legato alla sensibilità dell’artista, prima di deporre la polvere d’oro.
 
È un tempo importante, forse il più importante di tutta la lavorazione. Un tempo che arriva con la pratica e l’uso, che non si può spiegare se non con tentativi e fallimenti. Arriva il giorno in cui l’occhio intuisce quando il rosso vira di colore ed è pronto per l’oro.
Non bisogna dimenticare che anche in questa parte di lavoro occorre riporre l’opera nel muro, che sempre determina i tempi con la temperatura e l’umidità corrette. Senza, il lavoro sarebbe perso.
 
E all’ultimo l’oro.
Oro in polvere che lentamente si deposita sullla lacca e alla lacca aderisce penetrandone in profondità. Più polvere si aggiunge, maggiore sarà la lucentezza che verrà esaltata dal wata, cotone di seta, da strofinare con delicata decisione.
Le nuove forme sono delineate, l’oro è il segno del tempo passato, di ciò che si è rotto per essere riparato, la forza del non cedere, il coraggio del presente.
Il Kintsugi è compiuto.

Lavorare a The Unbreakable è stata una grande esperienza e lavorativa e umana.

Oltre al restauro Kintsugi delle opere Doroppu, ho impersonato me stessa nelle scene video. Ho avuto modo di vedere da vicino gli atleti per i quali ho creato le opere, ascoltare le loro storie, le rotture e le rinascite.

Il Doroppu ora porta con sè la storia della sua rottura, la storia del campione che ha voluto raccontarla.

Ivan Federico

“Se non cadi, non hai evoluzione”

Immagino per lui che è campione di skateboard, linee morbide con diverse filature.

Immagino la linea che lascia lo sci nella neve.

Immagino un centro, una radice da cui diparte un reticolo.

La rottura è una crescita.

Andrea Pusateri

"Ho imparato che per ogni cosa bella ne accade una brutta. E di nuovo una bella."

Immagino per lui un pezzo mancante dorato che rappresenti la sua mamma la cui perdita è forza. Senza quel pezzo dorato non si tengono uniti i cocci.

Metto la parte mancante dalla parte del cuore.

Gabriele Detti

Linee orizzantali, come onde del mare. Sinuose, alcune grandi e altre piccole.

Immagino un braccio, un muscolo grande e uno piccolo. Come una vena

Simona Quadarella

Tante piccole rotture, filamenti molto fini, un reticolo.

Racconta la sua forza fragile, determinata ma attaccata dalle difficoltà.

Una parte grande davanti, per lei le rotture sono quasi invisibili.

Ivan Zaytsev

Immagino una rottura quasi nascosta, non fisica, nel cuore, un diramarsi di vene da un centro caduto.

Bebe Vio

Immagino una rottura netta, una sola.

Vanessa Ferrari

Immagino diverse rotture, alcune più grandi, altre meno, come continui blackout. Tagli netti, quasi scontrosi, e poi linee fluide. Un alternarsi di rotture e linee.

Il fascino misterioso dell’estetica Wabi Sabi

Questo piatto mi ha affascinato da subito, ho intuito la rottura, il calore dell’oro che un po’ si nasconde e un po’ emerge, nella sua lucente bellezza.

Una rottura netta e piccole rotture, non volevo che fosse troppo.
Il restauro è un restauro tradizionale giapponese, con utilizzo di lacca urushi e polvere d’oro puro.

dettaglio

Il retro assorbe il fascino misterioso dell’estetica wabi Sabi.

Retro

Sabi, restauro Kintsugi

Restauro Kintsugi, tempo di lavorazione 3 mesi.
Questo è il tempo che ho dedicato alla lavorazione del vaso in porcellana cinese della metà 1700, bianco con decorazioni dipinte blu.
L’oggetto era stata incollato con cianoacrilato, ho dovuto scollare i pezzi a fatica (alcuni hanno resistito a ogni tentativo); i cocci sono stati incollati con mugi urushi, una miscela di farina di riso, acqua e ki urushi

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