Ciò che salta agli occhi quando si ammira un’opera Kintsugi è l’oro, la sua bellezza, lucentezza, il riflesso magico e le linee, uniche, irripetibili, create sulla superficie della ceramica.
TRENTA1212 si ferma a Biella, città natale ed elettiva per il mio lavoro. Ed è in Via Cernaia 48 che troverò il modo per raccontarvi un pezzetto di storia biellese, fatta di ricordi e sempre nuove curiosità.
MARTEDI 25: – creazione video Kintsugi Chiaraarte con Ludovica Renaldo (evento privato)
MERCOLEDI 26: -incontro con Nicole Orlando, atleta paralimpica, ballerina, modella, #vietatodirenoncelafaccio – laboratorio Kintsugi dedicato ai bottegai della Bottega dei Mestieri – progetto “DoniAmo un abbraccio”, evento creato da alcune imprenditrici di CNA Impresa Donna Biella.
SABATO 29: 9-19 “SUL TORRENTE” Mostra evento di opere Kintsugi Chiaraarte e incontro con Lanfranco Lorenzetti. Via Cernaia 48, Terzo Paradiso. Evento su prenotazione 3495830059 info@chiaraarte.it
Possibilità di corsi personalizzati di – Introduzione all’arte Kintsugi, tecnica moderna, 3 ore – Introduzione all’arte Kintsugi, tecnica tradizionale, 10 ore (due giorni)In Via Novellino 16, nel mio laboratorio, mi troverete per una intera settimana a lavorare alle mie opere, potremo incontrarci per conoscerci, per conoscere il mondo del restauro, potrete portarmi le vostre opere per un preventivo di restauro. Potremo, prima tutto, berci una tazza di tè insieme. Per informazione e visita 3495830059 info@chiaraarte.it
Cityfriend è partner del progetto Trenta 1212 e sarà presente nei luoghi del tour con le guide e i facilitatori a disposizione di tutte le persone che desiderano vivere in modo personalizzato queste esperienze.
I luoghi in cui si può incontrare l’artista e vedere le sue opere sono privi di barriere architettoniche ed è possibile richiedere un facilitatore Cityfriend per vivere al meglio le attività proposte nella settimana.
Chi desidera avere il servizio personalizzato di assistenza per partecipare ai corsi di Chiara Lorenzetti può scrivere a cityfriend19@gmail.com per verificare i costi e la disponibilità di un facilitatore adatto alle proprie esigenze.
The Unbreakable è la campagna di Toyota Italia per le Olimpiadi di Tokyo 2020 che segue la campagna di comunicazione “Start Your Impossible” lanciata nel 2017.
The Unbreakable nasce nel febbraio 2019 dalla creatività dell’agenzia The&Partnership Italia; dopo un anno di lavoro, studio attento dei dettagli, ieri, 3 marzo, è stato pubblicato il sito The Unbreakable: le storie impossibili.
Doroppu è una ceramica che si infrange a terra e cadendo si rompe in mille pezzi.
Sono gli atleti del Toyota Team a farla cadere, e nel cadere raccontano le loro difficoltà, la strada in salita, quel momento dove hanno pensato di non farcela.
Le mie mani sono la ricomposizione, le mie mani raccolgono, mettono insieme, lentamente, con il tempo della lacca urushi e l’oro del Kintsugi, i Doroppu; così le vite dei campioni tornano a splendere, nuovi nella dorata fragilità.
Unici, come si è dopo aver cambiato strada e aver ritrovato il proprio centro.
L’arte Kintsugi tradizionale Kintsugi è una tecnica antica giapponese, risale alla fine del 1400. Utilizza materiali della tradizione, lacca urushi, farina, tonoko e polvere d’oro, o polvere d’argento (Gintsugi).
Così com’era, così si usa ora, rispettando tempi e pazienza, con utensili e materiali che negli anni sono rimasti invariati. E questo non per mancanza di progresso ma per rispetto, rigoroso e sacro, della tradizione.
Le fasi di lavorazione partono dall’incollaggio dei cocci, con lacca urushi e farina di riso, Nori urushi, con un tempo di attesa di 5-6 giorni nel muro, un ambiente a 25° e a 80% di umidità, che permette alla lacca di polimerizzare.
Dopo una settimana si passa alla stuccatura delle linee di rottura, con Ki urushi e tonoko. Al contatto con l’aria, la pasta ottenuta assume un colore scuro, che resterà tale anche dopo la polimerizzazione nel muro, 5-6 giorni, 25° e 80% di umidità.
Le stuccature possono essere numerose, così come la carteggiatura ogni volta più precisa e raffinata, e ogni volta che passo a una nuova stuccatura devo mettere in conto i giorni della polimerizzazione.
Al termine di questo procedimento, che ha svariati gradi di personale perfezione, sulle linee di rottura ben definite, passo con il pennello la lacca nera, kuro urushi, che serve a impermeabilizzarle e a renderle ancora più precise.
Ora si comincia a vedere delineato il disegno che la rottura ha creato, il fluire delle fratture che raccontano un oggetto nuovo.
È questo il tempo per prepararsi all’oro, con una superficie liscia, uniforme e resistente all’acqua.
Con un pennello di setola animale si ricoprono le linee di rottura con bengara urushi, lacca urushi rossa, e si attende un tempo non definito, ma legato alla sensibilità dell’artista, prima di deporre la polvere d’oro.
È un tempo importante, forse il più importante di tutta la lavorazione. Un tempo che arriva con la pratica e l’uso, che non si può spiegare se non con tentativi e fallimenti. Arriva il giorno in cui l’occhio intuisce quando il rosso vira di colore ed è pronto per l’oro.
Non bisogna dimenticare che anche in questa parte di lavoro occorre riporre l’opera nel muro, che sempre determina i tempi con la temperatura e l’umidità corrette. Senza, il lavoro sarebbe perso.
E all’ultimo l’oro.
Oro in polvere che lentamente si deposita sullla lacca e alla lacca aderisce penetrandone in profondità. Più polvere si aggiunge, maggiore sarà la lucentezza che verrà esaltata dal wata, cotone di seta, da strofinare con delicata decisione.
Le nuove forme sono delineate, l’oro è il segno del tempo passato, di ciò che si è rotto per essere riparato, la forza del non cedere, il coraggio del presente.
Il Kintsugi è compiuto.
Lavorare a The Unbreakable è stata una grande esperienza e lavorativa e umana.
Oltre al restauro Kintsugi delle opere Doroppu, ho impersonato me stessa nelle scene video. Ho avuto modo di vedere da vicino gli atleti per i quali ho creato le opere, ascoltare le loro storie, le rotture e le rinascite.
Il Doroppu ora porta con sè la storia della sua rottura, la storia del campione che ha voluto raccontarla.
Ivan Federico
“Se non cadi, non hai evoluzione”
Immagino per lui che è campione di skateboard, linee morbide con diverse filature.
Immagino la linea che lascia lo sci nella neve.
Immagino un centro, una radice da cui diparte un reticolo.
La rottura è una crescita.
Andrea Pusateri
"Ho imparato che per ogni cosa bella ne accade una brutta.
E di nuovo una bella."
Immagino per lui un pezzo mancante dorato che rappresenti la sua mamma la cui perdita è forza. Senza quel pezzo dorato non si tengono uniti i cocci.
Metto la parte mancante dalla parte del cuore.
Gabriele Detti
Linee orizzantali, come onde del mare. Sinuose, alcune grandi e altre piccole.
Immagino un braccio, un muscolo grande e uno piccolo. Come una vena
Simona Quadarella
Tante piccole rotture, filamenti molto fini, un reticolo.
Racconta la sua forza fragile, determinata ma attaccata dalle difficoltà.
Una parte grande davanti, per lei le rotture sono quasi invisibili.
Ivan Zaytsev
Immagino una rottura quasi nascosta, non fisica, nel cuore, un diramarsi di vene da un centro caduto.
Bebe Vio
Immagino una rottura netta, una sola.
Vanessa Ferrari
Immagino diverse rotture, alcune più grandi, altre meno, come continui blackout. Tagli netti, quasi scontrosi, e poi linee fluide. Un alternarsi di rotture e linee.
L’arte tradizionale giapponese Kintsugi è la tecnica raffinata di restauro che impreziosisce le linee di rottura delle ceramiche con polvere d’oro puro. Nasce alla fine del 1400, sotto lo shogunato di Ashigaka Yoshimasa, in un periodo culturale e artistico molto fertile, influenzato dall’estetica wabi sabi e dalla filosofia Zen “Ammirando le opere Kintsugi ho spesso provato l’emozione che dona la bellezza e la malinconia profonda della fragilità: cocci sparsi riuniti con lacca urushi, una resina naturale estratta dalla pianta Rhus Verniciflua, il tempo lungo di attesa tra le varie fasi, la cura lenta delle stuccature, la rifinitura dei dettagli. Visto il grande interesse suscitato in Italia, ho ideato un corso utilizzando una tecnica moderna, più semplice e immediata ma di grande effetto evocativo in modo da renderla godibile a più persone” dice Chiara Lorenzetti, restauratrice dal 1991 presso Chiaraarte, a Biella, studiosa, restauratrice e insegnante Kintsugi. Il corso “Kintsugi, l’arte di riparare con l’oro” è aperto a chi vuole conoscere una parte di mondo giapponese, fatto di poesia e arte, filosofia e cerimonia del tè.
PROGRAMMA – Storia dell’arte Kintsugi. – Higashiyama bunka: la nascita della cerimonia del tè, l’Ikebana, il sumi-e, il teatro No e la produzione ceramica. – Mushin e mono no aware, la filosofia del Kintsugi. – Rottura, il suo significato. – Studio di un oggetto in ceramica e sua rottura. – Restauro Kintsugi con resina epossidica e polvere d’oro. – Yobitsugi e maki-e, diversi approcci artistici al Kintsugi
NUMERO MASSIMO ALLIEVI: 5 Il corso verrà effettuato solo alla presenza del numero di partecipanti
Ai corsi si può accedere solo se iscritti all’Associazione Arti<>sta, quota euro 10,00 con validità da Gennaio a Dicembre. Il modulo da compilare e inviare si trova nella sessione Home- Il nostro spazio nel sito:www.arti-sta.com
QUANDO 26 Settembre Orario: 14,30-18,30 DOVE Arti<>sta Associazione Culturale no profit Vicolo Lambro, 1 Monza (MB)
Lo spazio consente 2mq. a persona Tavoli per 5 persone distanziate nel rispetto delle norme vigenti Non ci sarà coffee break Per informazioni e iscrizioni Scrivere a : infoarti.stamonza@gmail.com www.arti-sta.com
Me lo chiedete in tanti, soprattutto dopo aver frequentato il corso di tecnica moderna di 4 ore, affascinati dalla bellezza della lacca urushi e dalla poesia della storia che si cela dentro a un’opera Kintsugi. E così, il 7 e 8 novembre, vi insegnerò a usare i materiali e le tecniche della tradizione giapponese: lacca urushi, farina, tonoko, polvere d’oro. Ho scelto di racchiudere gli insegnamenti base in 12 ore, divise su due giorni. Vi faccio rompere un pezzo, incollare e stuccare. Le altre fasi della lavorazione, visto il tempo di 6 giorni per la polimerizzazione, verranno fatte su tre diverse ceramiche già pronte con la fase di lavorazione pronta.
Mi è stato chiesto
“Mi domando se sia sufficiente per renderci autonomi nel processo di applicazione del kintsugi tradizionale.”
No, non lo è e non lo è nemmeno il corso di 16 ore. Per diventare autosufficienti occorrono anni. E non dico mesi, dico anni. Durante un workshop, il mio come tutti gli altri e per qualsiasi materia, offrono gli spunti per imparare, ma tocca all’allievo poi dedicarsi a fondo per mettere in pratica gli insegnamenti. Non ho bacchette magiche per far sì che una persona possa diventare autonoma.
“Sarò in grado di essere autonomo in tutte le sue fasi del processo una volta finito il corso?”
No, non sarai autonomo, sarebbe una pretesa richiedere che dopo 12/16 ore uno possa essere autonomo in una tecnica così preziosa, delicata e raffinata. Avrai imparato le basi, diciamo l’alfabeto e a comporre le parole. Per iniziare a comporre le frasi ci vorrà del tempo. E quel tempo sarà solo tuo. Diverso è chiedermi se avrai gli strumenti per diventare autonomo: sì, quelli li avrai.
Quando eravamo nel mezzo del lockdown, tutto fermo, bloccato, pensavo non si sarebbe ripartiti più. È stata quindi una gioia poter annunciare la prima data dei miei workshop di Kintsugi con tecnica moderna a Torino, là dove avrei dovuto tenere il corso il 4 aprile, poi rimandato.
Cosa facciamo ai corsi? Cosa vi insegno? Vi insegno a diventare artisti pronti per mostre e convegni? No, vi insegno ad amare l’arte Kintsugi, ad avvicinarvi piano piano, in punta di piedi, tra cocci sparsi e rotti, in attesa di essere ricomposti
Distanziati, chi voleva con mascherina e guanti (siamo in Piemonte e non ci sono obblighi in luoghi chiusi se c’è distanziamento), locali sanificati, gel disinfettante, classi divise per 5 così da avere il maggior spazio a disposizione. Tutto nel rispetto delle regole per poter godere in serenità 4 ore di armonia e bellezza.
L’arte Kintsugi, arte giapponese del XVI sec. che restaura tazze per la cerimonia del tè con lacca urushi e polvere d’oro, ha vissuto, nel suo passaggio dall’oriente all’occidente, una mutazione sia della tecnica che del concetto filosofico.
In oriente materiali
naturali, lacca urushi e polvere d’oro; in occidente materiali
chimici, resina epossidica e oro liquido, in polvere, in foglia.
Resto in silenzio, uso questo tempo per riflettere su quello che sono, su quello che mi serve davvero. Elimino il superfluo nelle cose, elimino le persone negative, cerco di godere di quello che ho. Ogni momento della vita serve a qualcosa, non sono eterna, e dalla fragilità della vita, dalla mia imperfezione, posso solo trarre insegnamenti
Grande piatto cinese, gres, decorazione blu floreale su fondo bianco. Restauro Kintsugi tradizionale giapponese, lacca urushi, polvere d’oro.
Inizia il 2020 e sto cercando di accontentarvi con una serie di corsi di tecnica moderna e tradizionale. Non sarà facile per i primi sei mesi perché sto seguendo un progetto molto importante ed articolato, tra viaggi, incontri, riprese televisive e restauro Kintsugi, di cui per ora non posso raccontare, ma che spero già nel mese di febbraio potrò almeno farne dei cenni.